Colori del Levante Fiorentino

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 Festa della Toscana, novembre 2013Festa della Toscana 2013 Inaugurazione sabato 3 maggio 2014

UNA COMUNITA’, LE MILLE VOCI DELLA TOSCANA

Festa della Toscana 2013

La tela è stata il vessillo del corteo che, a novembre 2013, ha celebrato a Pontassieve i festeggiamenti per la Toscana, a seguito di una iniziativa della Presidenza del Consiglio Comunale.

Si tratta di un omaggio alla Toscana e non poteva essere altrimenti perché l’opera è realizzata appositamente sul tema del 2013: “Una comunità, le mille voci della Toscana”.

L’associazione Colori del Levante Fiorentino ha scelto di proporre un’opera collettiva perché la Toscana non è una espressione geografica ma essa stessa è un’opera collettiva. Un’opera iniziata dalla Natura, che le ha dato bellezza e ricchezza. Un’opera continuata dagli uomini che, insieme e nei secoli, hanno plasmato queste terre per renderle ancora più belle. I cipressi che sono stati dipinti ne sono testimonianza: essi sono un esempio, come il muro a secco, degli interventi che sono stati fatti generosamente dalle persone solo e soltanto allo scopo di contribuire a rendere più bella e più ricca questa terra, per il bene di tutti.

E come non parlare di quanto le comunità che si sono succedute hanno fatto e ci hanno lasciato in termini di bellezze architettoniche e artistiche? Il Cupolone ne è il simbolo. Esso accoglie e protegge, e ci ricorda lo straordinario passato di arte, storia, cultura e tradizioni così come ci ammonisce sull’importanza dello sviluppo culturale di un territorio.

La Toscana è anche terra di eccellenze, frutto del lavoro collettivo della gente: prodotti per i quali ognuno ha dato il proprio piccolo-grande contributo per un risultato eccezionale. Nel quadro un calice di vino sta a ricordare il risultato di pregio che viene da anni di lavoro di affinamento apportato da tante persone.

Tutto questo, e tanto altro, ce lo raccontano le mille voci. Ce lo raccontano in modo diverso, con storie differenti, da ambiti territoriali diversi. Ogni voce, ogni bocca, diversa e situata su una pietra differente, uno per ogni storica provincia della regione, ma ciascuna indispensabile affinché l’edificio sia finito e completo. Diversi ma uniti. L’unione è rappresentata dal ponte che non poteva essere altro che color mattone come l’orgoglio della città di Pontassieve: il ponte mediceo. Il ponte collega, crea relazioni tra elementi differenti. La diversità nell’unità è quindi una ricchezza della Toscana, come è il punto di forza dell’Italia stessa.

Ma tutto sarebbe statico o destinato a morire se non ci fossero le persone che, non singolarmente, ma come comunità, si fanno motore di questa terra e le danno vita. Persone che sanno darsi la mano, che stanno insieme e che, nel reciproco aiuto, superando l’individualismo, riescono a realizzare tutto questo e possono quindi festeggiare, in una danza che, nella terra dei diritti, si lascia alle spalle le ombre del passato rappresentate dalla mannaia del boia.

Questa dimensione comunitaria, solidale, sussidiaria, questa capacità di costruire insieme nel rispetto delle diversità è il vero valore ed eccellenza che in questa festa della Toscana abbiamo celebrato.

Ed è anche per essere in consonanza con il tema della festa, che il quadro è un’opera a più mani. E’ il risultato del lavoro comune di persone con visioni, sensibilità e capacità diverse ma che collaborando in un progetto unitario arricchiscono l’opera.

La Toscana è tra le regioni italiane che beneficiano di più della capacità aggregativa delle persone, della capacità di relazionarsi e di porsi insieme al servizio, di farsi comunità. Ogni gruppo, ente, associazione, come nel nostro piccolo la nostra, è una scommessa sul valore dello stare insieme; del saper uscire dal proprio mondo individuale e condividere le proprie capacità, il proprio tempo, la propria originalità e collaborare con gli altri. Ed il risultato, il progetto, spesso si arricchisce quanto più diverse sono le persone che vi partecipano, perché ognuna apporta ciò che la contraddistingue, traendone essa stessa nuova ricchezza.

Quando ogni anno festeggiamo la Toscana non celebriamo dunque solo l’importante momento in cui il Granduca, condividendo il parere di uomini illuminati, ordinò di demolire le forche; ma celebriamo altri valori che ci rendono orgogliosi della Toscana. Nel 2013 è stata la volta della capacità di farsi comunità nella diversità. Percorrendo la strada che nel quadro è stata tratteggiata come l’inizio di un viaggio che porta lontano, vogliamo augurare alla Toscana _e a tutti noi_ di poter festeggiare anche nuovi primati che questa comunità saprà realizzare oltre a quelli già realizzati, ed importanti come quello del 1786, dal quale la festa prende avvio.

 

Colori del Levante Fiorentino, 3 maggio 2014

Autrici: Annalisa Bati, Bianca Cifarelli, Patrizia Fabbri



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